“Lasciata tra i vivi” di Annachiara Atzei. Inediti con introduzione di Francesco Ottonello

Si pubblica una selezione di sette inediti di Annachiara Atzei, dal titolo “Lasciata tra i vivi”, con una nota introduttiva di Francesco Ottonello (La foto in copertina - risoluzione ridotta - è di Nicholas Canargiu).

I versi inediti di Annachiara Atzei sono all’insegna di una parola netta, che dice solo quello che deve dire, e trema tra «l’osso e la pupilla». Una parola poetica che non invade lo spazio con l’aggressione e la boria di un’eloquenza enfatica.
Pur stagliandosi con precisione, lo spaziotempo di questa poesia reca un sentore di sospensione: Lasciata tra i vivi, difatti, è il titolo della selezione. L’io è una sopravvissuta, trattenuta a fatica, «un corpo teso» alla ricerca di spiragli, nel timore del ritorno costante di un «freddo inumano», senza via di fuga.
La speranza, o forse solo l’attesa di qualcosa, è riposta nel timido prodigio dei dettagli, in una discesa al mare all’inizio del mese, nel giorno sempre breve. Compaiono due sole stagioni, estate e autunno, e due specifici toponimi – Su Siccu, Viale Trento – che collocano la poesia sospesa di Atzei nella città altrettanto sospesa di Cagliari, e nelle distese marine della Sardegna.
L’impermanenza sarda di questa poesia trova ospitalità in una lingua italiana senza orpelli, che potrebbe benissimo essere resa nella lingua di un arcipelago ben più remoto: quello del Giappone. Ed è così che i luoghi assolati eppure talvolta freddi della Sardegna, poco abitati dall’umano, possono facilmente trasfigurare in un sogno di un altro Oriente. Se il corpo non basta perché non trova la ragione – come dice nell’ultimo testo Atzei – si deve entrare «al centro dell’idea», nell’incendio della caduta, e forse solo così volgersi verso l’amore possibile, con «solo un cenno / da lontano».

Francesco Ottonello

***

Un fruscio all’orecchio:
quanta fatica per essere qui –
trattenuta.
Ci aiuta la scrittura, ci convince
di tutto l’oltre.
Molto ho cercato –
uno spiraglio nella curva del collo.
Pomeriggio obliquo
di ottobre.
Lasciata tra i vivi –
freddo inumano da cui non torni.

*

A volte, è solo questo nulla:
l’inizio del mese, una discesa al mare,
i tavoli, le sedie –
un corpo teso.
Poi qualcosa esplode, restituisce
tutto – lo riconduce: apre un varco,
ne porti i segni sul corpo.
I capelli, una spalla, l’angolo vuoto
di una via –
un cedimento dell’immaginazione.

*

Non tutto è uguale a tutto –
questo sole arancio di novembre.
Una domenica non è un giorno qualunque.
Credere che sia tu
il braccio la gamba lo sguardo –
la parola attesa.
Arrendersi al pensiero
di un corpo rivestito –
un giorno breve.

*

Mi parli qui, nel giorno
che diventa sé stesso –
ogni mancanza è raccolta nel cuscino.
Tutto sotto le palpebre: i muggini
a Su Siccu mangiano molliche di pane.
E tu sei una ragione:
il corpo nel corpo nel sogno.
Ci domandiamo perché
le carezze sui fianchi –
gli amici sui gradini a fermare
l’estate.

*

Fuori tempo in questo tempo,
la certezza della caduta, il raggio obliquo
del sole autunnale.
Cosa siamo senza le parole –
tutto il silenzio le sostituisce:
un orizzonte di occhi.
Gli alberi gialli di Viale Trento
quando si cammina a piedi –
vedersi da fuori
come chi compra un giornale,
o come chi si aggiusta la borsa sulla spalla –
come chi ha un amore.
Ti faccio solo un cenno
da lontano.

*

Non c’è il corpo – fiori dal cranio.
L’ora si spalanca:
la compagnia non è in questo letto.
Prima era solo una cosa sognata,
una cosa che avevamo creduto.
Scomponi il tempo in gesti amari –
ogni forma dell’aria
sta tra il mio e il tuo viso:
nessuna reciproca consolazione.

*

Dobbiamo trovare la parola esatta
dove trema l’osso e la pupilla
si stringe – umido intorno.
L’incendio nel petto è vero –
somiglia a una caduta.
Il mattino ha un sapore –
si sfiorano le mani.
Entra qui: al centro dell’idea.
Non basta il corpo – non trova
la ragione.

***

Annachiara Atzei (Oristano, 1979), vive e lavora a Cagliari. Scrive su Poetarum Silva e su Antas – Bimestrale di ambiente, storie e personaggi della cultura sarda e ha collaborato con La Donna Sarda. È autrice della raccolta di poesie Inavvertita luce (Eretica edizioni, 2021) con postfazione di Orso Tosco. I suoi componimenti sono apparsi su Nazione Indiana, a cura di Renata Morresi, Poetarum Silva, Bottega della poesia, all’interno de La Repubblica Bari, a cura di Vittorino Curci, Poeti Oggi e Almapoesia.

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