Alessandro Baldacci (Padova 1970), docente di Letteratura Contemporanea all’Università di Varsavia, autore di importanti monografie sul tema del tragico in poesia e su poeti quali Amelia Rosselli, Milo De Angelis, Andrea Zanzotto, Giorgio Caproni, recentemente ha dato alla luce il suo ‘esordio’ poetico con Il dio di Norimberga (peQuod, 2023).
Il lavoro è caratterizzato, innanzi tutto, da un raffinato impianto macrostrutturale in cinque sezioni (Il dio di Norimberga, Ufo, Il ballo delle baccanti, Abbraccia le mosche, Oppure), ognuna comprendente dalle due alle sei sequenze. Ogni sequenza, a sua volta, si compone di frammenti numerati in cifre romane, leggibili senza soluzione di continuità. I frammenti di ogni sezione possono essere di diverso numero, dai 5 ai 28, ma sono tutti uniformemente costituiti da ottave.
Pertanto l’intero libro può essere letto come un peculiare poema transmoderno [1], in cui l’elemento fantascientifico degli ufo si connette a quello mitologico delle Baccanti, mediante un immaginario che si muove con fluidità dalla tragedia di Euripide al cinema di Truffaut. Si registra inoltre una particolare attenzione a specifici eventi storici, fino alla pandemia di Covid-19, riverberata nella sequenza (Sotto la sabbia) che apre la terza sezione (Il ballo delle baccanti), chiusa da Dino muore, proposta qui integralmente. È una delle più brevi del libro, sei frammenti, in versi decasillabi. Come indica l’autore «questa breve sequenza parte dalla morte per setticemia di Dino Campana nel 1932 e poi prende strade completamente impreviste, autonome, che portano a micro-derive, a fantasmi e ricombinazioni di una realtà che non cessa di manifestarsi come forma aliena» (Nota, p. 176).
Anche qui, tra Euridice-mosca e il poeta Dino Campana morente, tra l’oralità di diverse lingue e la fruizione videografica, tra ufo e baccanti, torna la figura ‘protagonista’ di Kaspar: un «bambino apparso, praticamente dal nulla, nel maggio del 1828, in una piazza di Norimberga» (Nota); una sorta di dio inquieto, allucinato e allucinatorio, dai confini affatto netti, piuttosto rappresentativo del ‘transmoderno’. La penultima sequenza del libro intitolata Guarda Kaspar si apre e si chiude con delle immagini in bianco e nero: un bimbo in fuga in uno spazio alieno, aperto, incerto.
Francesco Ottonello
da Il dio di Norimberga (peQuod 2023)
Dino muore
I.
«Dino muore e non muove la testa»,
ripetevano in coro parlando
dello scroto sul filo spinato
mentre lui divorava la torta,
ricordava la terra sognando
le baccanti vestite di rosso,
gli ufo in cielo, perduto negli occhi
di Euridice coperta di mosche.
II.
Metti adesso nel muro la testa
e poi resta così fino a quando
dell’inverno diranno soltanto:
«era un treno in cui mettere tutti
nascondendo Euridice nel palmo,
inseguendo con Dino le mosche
dentro gli occhi di Kaspar che piange,
mentre ridono in russo o in tedesco».
III.
Poiché ridono in russo o in tedesco
e nel video non sa cosa dire
Dino mette le mani nel forno,
canta assieme alle streghe nel palmo,
come Kaspar, coperto di sabbia,
mentre abbraccia Euridice, le mosche,
ricordando a sé stesso che in fondo
le baccanti lo seguono sempre.
IV.
Mentre ridono in russo o in tedesco
Dino muore e non muove la testa,
come Kaspar che fissa per ore
sullo schermo l’arrivo degli ufo,
senza un grido, cercando soltanto
le baccanti di sempre che infine
riconsegnano tutti alle mosche,
nascondendosi dietro a Euridice.
V.
Dino conta fino a dieci
e poi lascia sotto l’acqua
le bambine che in passato
gli riempivano la bocca
con la sabbia presa in piazza,
fino a quando lo accarezza
come un topo la certezza
che Euridice sia una mosca.
VI.
«Una mosca o la fine del mondo?
Chi pensi che mai sia Euridice?»,
chiede Dino che muore, sfiorando
sia lo scroto che il filo spinato,
mentre Kaspar nasconde la testa,
cerca gli ufo sin sotto la sabbia,
e sorride soltanto se incontra
le baccanti vestite di rosso.
Note
[1] Sul concetto di transmodernità in poesia sono intervenuto recentemente su MediumPoesia a proposito del XVI Quaderno Italiano di Poesia Contemporanea (Marcos y Marcos, 2023) e nella mia monografia sull’opera di Franco Buffoni (Pensa MultiMedia, 2022).
Link articolo: https://www.mediumpoesia.com/alla-soglia-transmoderna-del-xvi-quaderno-ottonello/
Link anteprima monografia: https://www.leparoleelecose.it/?p=45595