Willy il Coyote
Il burrone.
Credevi di cavartela.
Stavolta pensavi che ce l’avresti fatta.
Speravi andasse diversamente;
che fosse possibile cambiare l’ordine delle cose
sempre uguali.
E invece vai a picco.
Sempre gli stessi vincitori; gli stessi perdenti.
È
tutto
un’eterna
[fottuta]
caduta.
E Beep Beep trionfa anche stavolta.
*
James
Da quattro mesi, ormai,
nessuno ti presta ascolto
nessuno chiede Come stai?
eppure il mondo continua a girare
fare capriole, salti mortali, inversioni a X.
I quadrifogli nei campi sembrano
giostre panoramiche per piccoli insetti;
vorresti farti un giro ma non puoi salirci:
sei troppo grande.
Provi a recidere i polsi, ti capisco,
ma avresti dovuto tagliare più a fondo.
Non hai le palle.
Allora la corda,
quell’ebbrezza di essere su un’altalena
un’ultima volta,
appesi per il collo –
un’oscillazione così delicata e stupenda.
Troveranno il corpo,
arriveranno a portarti via;
qualcuno registrerà l’ora del decesso
come in quelle serie americane di casi irrisolti,
chiusi in fretta, senza colpevoli.
Ma al momento sorridi,
non vuoi pensare a tutto questo.
Un qualche archetipo di giustizia,
tanto tempo fa.
*
Vincent
Hai sentito una certa forma di tristezza
bussarti alle spalle, ultimamente.
Un lampo a ciel sereno
o forse un incubo a occhi aperti
mentre cercavi di sognare a palpebre chiuse.
Le bottiglie che compri o che rubi
continuano a svuotarsi
e non riesci proprio a capire
se è la tua sete a seccarle
o se qualcuno ci fa un buco sul fondo,
mentre sei addormentato.
Non l’hai mai capito.
Ti pisci addosso.
Il tramonto asciugherà parte delle macchie
sui jeans e sul cemento.
Per il resto, qui piove sempre
e non fa molta differenza
essere bagnati dalle nuvole o bagnarsi da soli.
Vallo a dire ai deserti
che c’è liquido in abbondanza dentro di te.
Vallo a dire a qualcuno
che sappia farsene qualcosa dei deliri.
Una certa tristezza, ultimamente,
ti spinge a prendere l’autobus.
Scendere alla fermata delle scogliere.
Contemplare l’orizzonte.
Fare un salto oltre il bordo.
Cercare di essere Superman,
anche solo per un secondo,
ma finire esattamente come Icaro
o Willy il Coyote.
Insegnare impianti elettrici a lume di candela.
Andare a fare benzina alle macchinine giocattolo.
***
Sara Comuzzo (Udine, 1988) ha pubblicato sei raccolte di poesie e una di racconti. Sue poesie appaiono su siti, riviste e blog letterari in Italia e all’estero e sono state tradotte in portoghese, spagnolo, russo e inglese. Come critica e traduttrice cura la rubrica Having a Coke with You – Bere una Coca con Te per la rivista “Pioggia Obliqua”. Ha studiato letteratura moderna e studi di genere alla Sussex University con una tesi sul teatro di Sarah Kane. Nel 2020 ha pubblicato sempre con Brè, Dove i Clown Vanno Quando Sono Tristi.