Nota biografica di Kymberly Dianne Leach
Kimberly Dianne Leach aveva dodici anni quando è stata uccisa e ritrovata otto settimane dopo in un parco. Il giorno prima della sua esecuzione, il 23 gennaio 1989, Ted Bundy parlò con il reverendo James Dobson, gli disse che non riusciva a parlarne, di Kimberly, che non riusciva. Tra le più di trenta vittime, Kimberly fu l’ultima. Le altre, Ted, le faceva spesso salire sulla sua Volkswagen Maggiolino, da cui aveva tolto la manovella del finestrino e la maniglia dallo sportello del passeggero. Salivano, senza più scendere. Molte le seppellì sulle Taylor Mountain, poi le riesumava, in stato di putrefazione, per averci rapporti sessuali. Ordinate nel suo appartamento, ne conservava le teste, le truccava, gli lavava i capelli. È sulle Taylor Mountain che chiese, prima di morire, di spargere le sue ceneri.
Inediti tratti dalla sezione ‘Smarrirsi’
smarrirsi nel buio di un parco giochi che conoscevi, mano per mano
nel girotondo sereno che è morire
la carta velina del tuo respiro si assottiglia, si disfa
il nodo nella voce
mi cola come una resina tra le mani, questo sonno
che scende fino a sbarrarti gli occhi
i tuoi occhi che mi guardano, kimberly, e non mi vedono.
*
non sono io che sposto. che sposto la terra
da qui a lì
e qui, con la pala – ne ho molte e di diversi tipi
scendo
come una pastiglia, lo sfrigolare di una compressa
nel fondo di un bicchiere come nel fondo di me stesso.
*
da quanto, come stai. rivederti. torneremo insieme
per mano come fanno le bambine
nel posto dove sei, in cui sono sceso
per ritrovarti.
*
come funziona questa cosa, sputarti nella bocca
che non è più tua
dopo averci strofinato del rossetto.
ci infilo il pene, la tengo tra le mani. pesa. la scuoto
come per svegliarti, kimberly, apri gli occhi, dove sei.