[…] Questo libro è, in fondo, il tentativo (riuscito) di un esorcismo: un fantasma deve andarsene per lasciare definitivamente il posto a una vita ritrovata. Sullo sfondo di un mondo luccicante e intatto perché infrangibile, puro mondo di esistenza infinita e indifferente, ogni poesia tira al cielo la moneta della memoria, evoca un frammento di questo passato e lo scaccia via per sempre. Recanati ci dice che una scelta va fatta e la poesia qui diventa un gioco mortale. Per una delle due ombre infatti non ci sarà scampo: Tieni questa moneta, lanciala in aria./ Se è testa muori tu, se è croce muoio io./ Non possiamo più vivere entrambe.
Tommaso Di Dio
***
da Non c’è niente in questa stanza
L’esilio
Era scorgendo una trama diversa
del sole spalmato sull’erba
una diversa intelaiatura di raggi.
Credevo di poter decifrare
le segrete equazioni che dettavano
l’esilio mio da me, il mio arcano
starmi senza.
*
Ho sempre amato quell’ora del giorno
in cui il sole non alle spalle
ma davanti al corpo getta l’ombra del corpo.
Allora camminavo come uno spettro
fradicio di luce nel giardino dell’ospedale.
E poggiando i piedi, ogni passo
da se stesso preceduto
coincidendo perfettamente mi sembrava
che fosse proprio dove doveva essere.
La mia gemella oscura mi indicava la via. Io
non ero che lo strascico calmo
la redine troppo a lungo tirata e lasciata
per aver fatto sanguinare il palmo.
Noi amavamo quell’ora del giorno.
Camminavamo come spettri
nel giardino dell’ospedale, eravamo
entrambe dissolventi
esiliate e incompiute
un malinteso di luce.
*
da Coins
Ammantano il colle gli assediati
mentre altrove imperversa la furia
gli sferragliamenti, le grida
gli schizzi grandi di sangue.
Hanno fame.
Scuoiano lepri, ghiri, cinghiali
spennano polli. Hanno fame.
Qualcuno vorrebbe dire: uccidiamo
le maledette oche ammazziamole.
Ma solo pensarlo è pericoloso
e nessuno
nessuno le sfiora con un dito.
*
da Riflessi
K.
Ti toccavo le mani
e non sentivo le mie. Le tue,
due quarzi freddi.
Tagliuzzavi la bistecca avvizzita in mille pezzi
e ammucchiavi i bocconi ai bordi.
Il rumore del coltello
somigliava a una risata.
Ed eri così magra.
Mi hai raccontato di quando
quella notte in macchina col tubo del gas.
*
da Scendere nella luce
Un taglio qui.
Un altro qua. Vedi, così.
Tutto può essere una lama
ogni cosa alla giusta angolatura si affila.
Così il tuo dente scheggiato
ma anche una stella smagrita
o la lettera che ogni giorno mi scrivi
col tuo inchiostro bianco più bianco
di questa quiete che si aggruma
agli angoli della bocca.
Presto verrà la notte con la sua ghigliottina
farà un taglio netto, un tonfo.
Decapiterà il giorno.
Berrà tutta la luce
che scalpita dentro il suo sangue.
***
Laura Recanati nasce a Milano il 18 novembre 1993, e vive in provincia di Bergamo. È laureata in Psicologia clinica. Cantante e compositrice, sta attualmente terminando la lavorazione del suo primo disco solista. Il suo esordio in poesia è Il mondo intatto (Mar dei Sargassi, 2024).